Il famoso borgo di Marzamemi è nato attorno all’approdo naturale che la costa offriva. Successivamente dotatosi di porto che pian piano è diventato uno dei porti più importanti della sicilia orientale. Accanto al porto si è sviluppata nei secoli una fiorente attività alla tonnara. La tonnara di Marzamemi risale infatti al tempo della dominazione spagnola in Sicilia nel 1600 sotto il regno di Filippo IV. Nel 14/02/1655 venne venduta al barone Simone Calascibetta di Piazza Armerina.
Nel 1752 furono ultimate la costruzione del palazzo, della chiesa della tonnara e delle casette dei marinai ad opera dei baroni Calascibetta. Importante per lo sviluppo del borgo anche la nascita nel 1760 di Pachino. Marzamemi cresce e vengono costruiti magazzini per immagazzinare vino e il sale prodotto dalle saline di Morghella e Marzamemi stessa. Solo verso la fine dell’800 Antonio Starrabba, marchese di Rudinì, fece costruire un grande palmento e si realizzarono anche un mulino divenuto ben presto distilleria.
Dopo la morte nel 1843 di Salvatore Calascibetta, che non ha lasciato eredi, la tonnara dapprima ereditata dalla nipote passò poi nelle mani di Corrado Nicolaci principe di Villadorata. Il commerciò continuò a crescere e, anche grazie alla rotabile tra Marzamemi e Pachino, l’economia decollò arrivando fino al 1912 quando nacque il primo stabilimento di lavorazione del tonno sotto sale e sotto olio. Solo nel dopoguerra la tonnara e la rispettiva pesca furono abbandonate lasciando solo nella mente dei pescatori i ricordi delle mattanze che per tutto l’ottocento e l’inizio del novecento erano due al giorno, una al mattino e una alla sera.
Di fronte a Marzamemi, a circa un chilometro di distanza, furono scoperti nel 1959 reperti sommersi di una chiesa di epoca bizantina.